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Azienda Agricola A' Pinnata
di Pollastri Francangelo
Strada provinciale per Gelso
98050 Lipari - Vulcano ( ME )
apinnatavulcano@gmail.com
CERTIFICAZIONE BIOLOGICA
N° 02008/12109/293/15
 

www.vulcanosiciliaitalia.eu

La nostra Isola meravigliosa

LA MAPPA

LA STORIA

Therasia, che letteralmente si traduce in "terra calda" è l'antico nome dell'isola sacra al dio Vulcano. 
L'isola di Vulcano è riconosciuta mitologicamente, nella tradizione greca, come la sede delle fucine di Efesto, dio del fuoco, della tecnologia e della metallurgia.
Anche gli antichi romani, secondo la loro tradizione mitologica, identificano Efesto come il dio Vulcano, da cui deriva il nome attuale dell'isola.
Si narra infatti che il dio Vulcano, aiutato dai ciclopi, forgiava le armi per gli dei.
Per quanto si documenta nella letteratura di età classica, l'isola è il risultato della fusione di quattro vulcani. Il più grande ed anche il più attivo, ad intervalli irregolari, è il Vulcano della Fossa, affiancato dal più piccolo Vulcanello.
Geologicamente, l'isola è stata soggetta per molti secoli, a lavori di estrazione di allume e zolfo, con la popolazione formata prevalentemente da forzati e schiavi costretti all'attività di minatori. 
L'immagine sembra essere quella di un sulfureo girone dantesco.
Sotto la dominazione borbonica, l'attività mineraria aveva raggiunto l'apice, tanto da potersi considerare una vera e propria industria.
Cessato il dominio dei Borbone, nella prima metà dell'800 l'inglese Stevenson acquistò l'isola e, pur continuando l'attività mineraria, piantò i primi vigneti al Piano.
Successivamente, a seguito di una eruzione nel 1888, l'inglese abbandonò l'isola. I pochi coloni rimasti seppero sfruttare al meglio le risorse offerte all'isola, ma quel che ha maggiormente rappresentato la fortuna e le sorti economiche di questa terra fertile e generosa è certamente l'attività che ruota attorno a quel cono vulcanico, così vicino e possente ed al contempo così quieto e silenzioso.

LE SPIAGGE

La spiaggia sicuramente più famosa dell'isola è sicuramente quella delle sabbie nere a Porto di Ponente, chiamate così per il colore della sabbia di origine vulcanica.
L'acqua cristallina del mare fa da specchio a questo nero intenso e riproduce sotto i raggi del sole effetti di luce e riflessi simili a cristalli. Un vero spettacolo della natura.
Un'altra spiaggia molto frequentata è quella delle Fumarole, la sua caratteristica è di essere bagnata da acque riscaldate dal vapore sulfureo. In molti punti l'acqua ribolle per la presenza di sorgenti gassose sottomarine che rendono ancora più piacevole e salutare fare il bagno.
Proseguiamo poi verso la spiaggia del Gelso, dominata da un faro molto suggestivo, il mare che la bagna è azzurro, limpido e trasparente.
E' raggiungibile in auto o in moto percorrendo la S.Provinciale che da Porto Levante prosegue per Vulcano Piano e che poi si dirama per il Gelso o Capo Grillo.
Più semplice è raggiungerla in barca, ogni giorno ci sono pescatori che dalla spiaggia delle Sabbie nere effettuano il tragitto di andata e ritorno. 

Da non perdere la Spiaggia di Cannitello che si trova nella zona sud dell’isola di Vulcano tra Punta Bandiera e Punta Ufala. È una splendida spiaggia di sabbia nera finissima, immersa in una fitta vegetazione e non è mai affollata. Questo angolo di Vulcano è quindi perfetto per chi voglia rilassarsi e godersi pace e tranquillità.
Il fondale digrada dolcemente ed è quindi adatto anche alle famiglie con bambini.
I lettini e gli ombrelloni presenti sono del vicino agriturismo Punta Aria che gestisce anche un chiosco immerso nel verde, dove è possibile pranzare.
Per ottenere il massimo dalla vostra esperienza nella Spiaggia di Cannitello a Vulcano, potrete degustare un bicchiere di Malvasia, prodotto con uve provenienti solo dal vigneto dell’agriturismo, magari per accompagnare degli ottimi calamari alla griglia.


Una menzione la merita anche la spiaggia dell'Asino, è la culla di tutti gli elementi: l'acqua cristallina di un mare incontaminato, l'aria calda delle belle stagioni, la terra nera dei vulcani ed il fuoco ormai lontano dei vulcani che ci regalano sibili sommessi.
E' raggiungibile in taxi boat o a piedi percorrendo una ripida discesa avventurandosi in un bosco di ginestre e fichi d'india.
  

I FANGHI TERMALI

Il laghetto naturale dei fanghi caldi è il risultato perfetto dell'equilibrio tra intervento dell'uomo e la natura.
L'intervento umano non ha violentato nulla del patrimonio naturale già esistente.
I lavori di rimozione della crosta superficiale, effettuati negli anni sessanta, per creare il laghetto vulcanico, hanno permesso all'uomo di poter sfruttare al meglio senza alterarne artificialmente le qualità originarie.
Il laghetto vulcanico presenta emissioni di acqua di falda con presenza di vapori di zolfo, anidriti, sali di metalli e radioattività naturale.
Sembrerebbe impensabile riuscire ad immergersi in un luogo dove l'odore pregnante dello zolfo è percepibile già in lontananza, ma la suggestione paesaggistica e gli effetti benefici dei fanghi vulcanici infondono una sensazone di grande benessere da rendere questa esperienza unica e imperdibile.
Tra le rocce e nei fanghi sono visibili i soffioni che il cratere emette facendo percepire i propri respiri.
L'emissione continua di questi soffioni genera il fango argilloso, la quale acidità e l'elevata concentrazione di zolfo impediscono la formazione di germi.
I bagni in questi fanghi non danno solo una grande sensazione di benessere psicofisico ma sono delle vere e proprie terapie, indicate per chi soffre di malattie respiratorie, della pelle e dell'apparato locomotore.
Il laghetto dei fanghi caldi di vulcano non è quindi solo uno spettacolo unico a livello paesaggistico, ma è una sorta di "clinica naturale" per la cura del corpo e dell'anima, si ottengono benefici sia fisici che psicologici ricavandone immediatamente una sensazione di benessere e di relax.
Insomma, i fanghi di Vulcano sono una SPA a cielo aperto, un Centro Benessere naturale.
  

IL GRAN CRATERE

Per coloro che non riescono a rinunciare ad una escursione naturalistica, la visita al Gran Cratere è obbligatoria.
Il sentiero che conduce alla vetta è a soli 5 minuti di camminata dall'approdo di Levante, porto principale dell'isola.
L'escursione non necessita di attrezzature o preparazione particolari, è adatta a chiunque.
La durata è di circa 150 minuti, il dislivello è da 0 a 386 metri.
Se effettuate l'escursione in estate non fatelo nelle ore più calde, le temperature possono raggiungere anche i 40° gradi e il sentiero - per quanto facile - non presenta luoghi ombreggiati.
Portate con voi una scorta d'acqua e indossate scarpe adatte che siano comode con gambaletti.
Il sentiero fino alla vetta risulta essere una piacevole passeggiata di 45 minuti circa fra ginestre, massi vulcanici e il fondo nero e sabbioso composto prevalentemente da polvere vulcanica.
Uno dei motivi principali per raggiungere il Gran Cratere è sicuramente il panorama, man mano che si sale di quota è possibile ammirare Alicudi, Filicudi e Salina, ma è quando si raggiunge la vetta che si prende piena consapevolezza della magia di questo arcipelago potendo vedere le sagome di tutte e sette le isole.
Solo dal Gran Cratere è possibile ammirare l'intero arcipelago in un unico sguardo, voltandosi verso sud invece è possibile ammirare la costa settentrionale della Sicilia e la sagoma imponente dell'Etna.
Ragguinta la vetta ci dirigiamo alla scoperta del cratere, una depressione di grandi dimensioni del diametro di circa 500 metri.
Il particolare che salta subito all'occhio è la presenza delle fumarole, uniche manifestazioni visibili dopo l'ultima eruzione avvenuta nel 1890.
Sono composte prevalentemente da zolfo e danno una colorazione giallo ocra e rossa al terreno circostante.
  

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